ARTICOLO PUBBLICATO SU NOSTRO TEMPO DEL 16/1/2011

 ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLA
 
UFFICIO FAMIGLIA
 
 
CREDO LA VITA ETERNA
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RIPORTIAMO L’ARTICOLO PUBBLICATO SU NOSTRO TEMPO del 16/1/2011
 

 
 
IL GRUPPO D’ASCOLTO, UN PERCORSO NEL PERCORSO:
INCONTRI MENSILI GUIDATI DALLA DOTT.SSA GIOVANNA SCARPELLI PSICOLOGA
 
al Centro Famiglia di Nazareth.

 

 
‘Proprio lì, al Gruppo d’Ascolto, ho scoperto con stupore ed un certo sollievo, che molte, moltissime delle sofferenze che avevano accompagnato i miei giorni dopo la morte di Elena e Lucia, erano familiari a tanti altri.
L’immenso dono della fede, del crederle al sicuro, vive e felici, non ci aveva sottratto al dolore, all’assenza, al silenzio della casa, al vuoto che si era creato nella nostra vita. E mentre i giorni scorrevano e loro davvero non tornavano, scoprivi il vero significato della parola morte, sperimentavi l’impietosa, definitiva sparizione delle tue figlie. Dio era potente e solerte nel soccorrerti, nell’asciugare le tue lacrime.
Lui ci portava su ali d’aquila e di continuo ci risorgeva. Questa è stata la grande risposta della Vita alla morte. Questa l’amicizia fedele, la presenza invisibile ma reale che ci ha salvato.
Questa la perla più preziosa che si può trovare nel campo e che vale più di ogni altro bene.
Eppure la tua umanità sconquassata da un tale evento e tempestata da forti e non sempre decifrabili emozioni si è sentita spesso sola, strana e diversa.
Ora in quegli incontri, venivano alla luce angosce comuni, disperazioni, paure, nostalgie, rimpianti, ma anche schiarite, speranze e consolazioni.
Quella manciata di persone in lutto, consentiva al proprio dolore di uscire, e così facendo, poteva guardarlo meglio negli occhi, ascoltarlo, capirlo e lasciarlo scemare. E ti sorprendevi ad ascoltare le tue stesse inquietudini, le tue afflizioni e ti dicevi: ‘Allora ero normale, quando provavo tutto ciò!’. C’erano anche differenze tra noi ed erano utili, perché ci educavano al rispetto delle diverse sensibilità e svariate storie. Certo, qualcuno è rimasto pochi incontri, altri di più. ‘
M. Pia Bonacini Rompianesi
 
INTERVISTA a Gloria, vedova
‘Ho iniziato a frequentare il percorso Credo la Vita Eterna nel febbraio del 2004 dopo che è morto mio marito. Una mia amica ha detto: ‘Vieni con me’. E mi ha accompagnato.
Da quel momento sono sempre venuta, quindi sono 7 anni.
Mi sono trovata subito molto bene ed era proprio il luogo dove potevo un po’ sfogarmi, perché in casa mi trattenevo, non tanto perché non volessi farmi vedere, ma perché capivo che avevano bisogno di percepirmi in forza, di vedermi tranquilla e allora io riuscivo a farlo direi proprio grazie al fatto di venire lì, nelle messe, ma anche nei momenti in cui si andava dalla psicologa e dove trovavi tante persone che avevano i tuoi problemi e quindi ti sentivi più libera di essere te stessa. Anche quando non intervenivi, perché capivi che c’erano altre persone che ne avevano più bisogno, era sempre utile ascoltare gli altri e rendersi conto delle emozioni che tutti in modo diverso, proviamo.
Le messe e gli incontri di spiritualità sono stati particolarmente importanti, li dedicavo a mio marito, per pregare per lui.
Mentre gli incontri del Gruppo d’Ascolto con la dott.ssa Scarpelli, erano più utili a me. Entrambi i percorsi sono stati importanti, uno per un verso ed uno per l’altro.
In queste situazioni ci si trova un po’ ‘ cambia la vita e ricominciare, perché è come ricominciare, non è facile, perché si deve ripartire senza più una persona che ha vissuto sempre con te, è stata per una vita con te. Bisogna trovare dei punti fermi, e allora chi ha fede ha già un grande appoggio, ma in quei momenti lì, anche per chi ha fede ‘ io ne ho sempre avuto e voluto averla, anche se a volte si passano dei momenti di crisi e di critica, però ho sempre frequentato la chiesa fin da ragazza, che ero negli scout, però in questo momento particolare, ci vuole proprio un aiuto che ti faccia sentire ‘ la fratellanza.
Credo che siano davvero sostegni importantii, e non solo lo credo io, ma l’ho visto in tutte le persone che nel corso di questi anni sono venute e che come me, durante i primi incontri erano affranti, poi – non che il dolore sia passato – hanno affrontato meglio le cose, almeno visibilmente, da quello che ho potuto capire io.’