NOTE SUL SECONDO INCONTRO

 Educhiamo all’affettività degli Adolescenti/2
 
Datemi le cose vere – Per un’educazione al futuro
 
Introduce il dr. Ezio Aceti
(psicologo- esperto in psicologia dell’età evolutiva-
consulente psicopedagogico)
 
Anche il secondo incontro dedicato all’Educazione affettiva degli adolescenti (ma non solo….) non ha deluso!!!! Alla presenza del nostro Arcivescovo don Erio, il dottor Ezio Aceti ha iniziato con una richiesta al folto uditorio di genitori ed educatori: creare durante l’incontro una comunicazione empatica, con un livello di attenzione/partecipazione piena e profonda, come quella che si ha attorno ad un neonato!
A quale scopo? Per arrivare a raggiungere una conoscenza davvero attenta verso i figli, unica condizione per amarli davvero.
 
Il mondo dei bambini e ragazzi è completamente cambiato rispetto ad un tempo, dove prevalevano le regole e l’autorità, dove i genitori, maestri e i vecchi venivano stimati, dove c’era coerenza educativa tra casa e scuola, dove il silenzio aveva maggior spazio perché c’erano pochi stimoli. Questi erano punti di forza in un mondo che però presentava anche debolezze, come l’autoritarismo, la violenza privata taciuta nella famiglia…
In questi 40 anni ci sono stati cambiamenti totali: ci sta venendo addosso uno tsunami che dobbiamo gestire! Questo tsunami ha un nome: dipendenza dalle emozioni! Oggi le emozioni governano tutto: non si procede più per regole e comandamenti, ma un ragazzo al Catechismo deve prendere una cotta ..per Gesù! E così in tutti i campi: la TV ha una forte responsabilità in questo senso.
Il mondo oggi è pieno di stimoli, gli studiosi dicono che lo è 47 volte più di quelle che abbiamo ricevuto noi adulti! Ed in questo marasma, dobbiamo dire loro le cose vere!! Le categorie dell’educazione di una volta non funzionano più, perché loro sono diversi.
Ma come sono i ragazzi oggi, i nostri ragazzi?
Ecco i punti di forza: sono GLOBALI, sono VIRTUALI, sono SCHIETTI!
E i punti di debolezza? Sono discrepanti tra aspetto cognitivo ed emotivo, hanno poca autonomia e molta fragilità…..
D’altra parte rispecchiano la società liquida in cui si trovano a vivere, in cui il Bene e il Male non si distinguono più.
Ma come intervenire? Affermando che la FAMIGLIA è un bene in se stessa?: ma anch’essa fa fatica..
Con la SCUOLA?: ma spesso è ferma a quella di 50 anni fa per metodi e contenuti.
Invece che la prima attenzione da avere è TRATTARE IL RAGAZZO non come un bebè, ma DA GRANDE! Dirgli: Mi spiace che hai preso una nota…. Ma è un problema tuo, e vedrai che la prossima volta non succederà! Abituandoli alla capacità relazionale (favorire il lavoro in gruppo…) e a quella di cercarsi le informazioni (sapendo usare Internet): questa è la scuola del futuro!
Questa è l’educazione da passargli: non quella dei revisionisti (che vogliono il castigo, che non serve!), o dei modernisti (le varie d’urosdefilippiclerici), che per la loro superficialità non valgono niente, e negli spettacoli delle quali diventare grandi è visto solo come una rogna! Se tu che sei grande vuoi ritornare giovane, chi me lo fa fare di diventare grande?, ci potrebbe obiettare un ragazzo!
 
Ma cosa vogliamo lasciare ai nostri figli, in questa situazione di buio e di crisi?
Ci vuole un colpo d’ala, come diceva Benedetto XVI, cioè 5 cromosomi speciali: occorre che noi siamo certi che:
• siamo relazionali/altruisti (senza la diffidenza e la paura dell’altro)
• siamo programmati per l’amore
• il VERO genera GIOIA, il falso tristezza
• è sempre possibile RICOMINCIARE(riconciliamoli con le loro FRAGILITA’)
• occorre il terzo orecchio, che è quello interiore che ascolta lo Spirito.
 
Ma come dare loro queste cose?
Occorre pulire i nostri occhi e preparare il cuore: pulire gli occhi dai pregiudizi, ammalarsi di POSITIVO, inondare di positivo il mondo, con lo sguardo di Gesù. Abituarli che anche nei conflitti tutti e due abbiamo ragione: siamo fatti per l’amore, l’amore che è sempre possibile, perché non è attrazione e non è emozione, ma mettersi nei panni dell’altro, dimenticando le parole cattive, le litigate, le rogne…perché siamo tutti sulla stessa barca! Come S. Giovanni Bosco, che vedeva il positivo in tutti, o come papa Francesco, che dice di accarezzare il conflitto, cioè litigare bene, in vista di un’unità più grande!
Allora davanti al limite e al difetto dell’altro, lo amerai per quello CHE E’ , e non per altro! Come Dio, che ci ama per quello che siamo….è così innamorato di noi, ha una voglia matta di stare con noi… che E’ IN NOI!
 
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Il prossimo appuntamento è sempre in San Faustino LUNEDI 25 gennaio h 20, 45 col dr. Marco Scaramagnani(consulente familiare, formatore esperto in psicologia dell’educazione), intitolato Fusi e confusi – Dare ordine alle relazioni affettive