LA PAROLA CHE SALVA

Articolo pubblicato su Nostro Tempo nel febbraio 2007

UFFICIO FAMIGLIA. CREDO LA VITA ETERNA

 

Una mamma, un papà, già dai primi istanti di vita del loro figlio, gli manifestano in mille modi il loro amore: lo nutrono, lo accudiscono, predispongono un ambiente adatto alle sue esigenze…

Ma sanno bene che è essenziale almeno quanto il resto, che il piccolo intuisca la loro amorevole presenza, che si crei un contatto, una comunicazione tra loro.

All’inizio saranno sguardi, sorrisi, carezze, poi il linguaggio diventerà più ricco, più complesso.

Così fa Dio, nostro Padre, con noi.

Ci manda, in forme e in modi diversi, molti messaggi: per mezzo della natura, attraverso le persone che ci mette accanto, con gli eventi che attraversano la nostra esistenza, con i Segni sacramentali, che dicono la Sua vicinanza, il Suo amore.

Ma in modo esplicito ci parla con la Sua stessa Parola.

Sa che il filo diretto con Lui significa vita, come è vita per il feto il cordone ombelicale che lo lega alla madre.

Quindi, visto che ci ama, ci parla.

Quelle antiche Parole, non narrano semplicemente fatti e personaggi remoti, ma sono la carezza di Dio per noi nel nostro oggi. Parole che sanano, che illuminano, Parole che confortano, Parole che correggono e guidano. Parole che salvano.

Il linguaggio dell’amore parla, ma ad un tempo, sa dell’amato e lo ascolta.

Ode l’esultanza del cuore, come i desideri più sinceri, i combattimenti e le cadute, come il dolore e lo smarrimento.

Anche lo spasimo non visibile ai più, anche i gemiti sussurrati nel profondo, o nel nascondimento della propria stanza, a Lui sono manifesti.

Così, come non pensare che un Dio fattosi uomo, che ha pianto davanti all’amico morto, resti indifferente alla sofferenza che la crudele brutalità della morte semina attorno a sé?

Come non immaginarlo pronto, con la tenerezza di una madre, a raggiungere nel buio tunnel dell’afflizione, i suoi figli colpiti dalla perdita di una persona cara, unica, insostituibile?

Sì! Dio ascolta il grido di dolore e risponde, ancora una volta in tanti modi.

Riusciamo a sentire la Sua risposta?

Com’è a volte difficile credere che ognuno di noi sia il destinatario diretto di un dialogo con l’Onnipotente! E come appare impossibile che la Parola possa farsi Presenza, la Parola possa farsi carne proprio lì, nella situazione che stiamo vivendo!

Tentiamo di metterci in ascolto. Tentiamo di riflettere insieme, aiutati da sacerdoti e biblisti, sulla speranza cristiana di fronte alla morte.

Durante il prossimo incontro martedì 20 febbraio alle ore 18, guiderà la riflessione d. Claudio Arletti.Seguirà alle ore 19 l’Eucaristia per e con i nostri defunti.

 

Maria Pia Bonacini Rompianesi