NULLA SUCCEDE A CASO. CONTINUO A CHIEDERMI QUAL È IL PROGETTO DI DIO SU DI ME.

NULLA SUCCEDE A CASO. CONTINUO A CHIEDERMI QUAL È IL PROGETTO DI DIO SU DI ME.

TESTIMONIANZA

Mi chiamo M. P. e sono vedova da 7 anni.

Mio marito è morto d’infarto dopo anni di sofferenza alla schiena a causa di uno sforzo.

La sua morte improvvisa, mi ha fatto toccare con mano la precarietà della vita, a cui avevo pensato tante volte, ma non avevo mai valutato l’ipotesi che potesse capitare a noi.

All’annunzio della sua morte, dapprima sono rimasta incredula, con un profondo smarrimento, poi mi ha assalita una grande paura perché mi sono resa conto che sarei rimasta da sola (ERO DIVENTATA VEDOVA).

Inoltre mi spaventava l’essere rimasta sola sia nella vita che nell’Associazione e Cooperativa (significative realtà di volontariato che si occupano di disabili), nella gestione di problemi di diverso tipo: fiscale, amministrativo penale e altro. Era lui che si occupava di tutto e io mi sentivo sicura. Cominciai a valutare l’iposei di chiudere tutto.

Poi mia figlia si dimise dalla ditta in cui lavorava e venne a lavorare in Associazione. Questo mi rassicurò, anche se ancora oggi io e mia figlia, quando dobbiamo affrontare situazioni difficili, ci chiediamo cosa avrebbe deciso mio marito.

La solitudine e la mancanza di un punto di riferimento certo e sicuro, fanno parte ormai della mia vita e so che con il passare degli anni mi peserà sempre di più.

Dopo che sono rimasta sola, mi sono chiesta più volte qual’era il progetto di Dio su di me perché sono convinta che una risposta c’è, nulla succede per caso.

Ho sempre avuto, anche quando mio marito era vivo, un tipo di vita molto autonomo. Io lavoravo al sindacato, lui era commercialista: attività lavorative molto diverse, impegni diversi, assenze diverse.

Mi assentavo spesso da casa per impegni a Roma, Bologna e lui restava a casa con i figli. Questo a lui non pesava e rispettava le mie scelte.

Quando sono rimasta sola, ho continuato a frequentare i miei amici e amiche e anche se ero abituata ad andare in giro da sola, ora la situazione era molto diversa.

Decisi che volevo cambiare la mia vita: tornare ad interessarmi a vicende politiche e sociali, che quando lui si ammalò avevo abbandonato per stare a casa con lui.

Inoltre mi venne il desiderio di frequentare l’Università Popolare per studiare storia, di cui mio marito era appassionato ed andare alle gite organizzate da varie associazioni.

Ho recuperato un rapporto più stretto con mia sorella, rimasta vedova e frequentato anche amiche che non vedevo da anni.

Un grande aiuto mi è venuto dal nostro gruppo (che ho scoperto all’inizio della vedovanza), che mi ha aiutato molto a guardare con fiducia il futuro e a credere che lui sia felice con Dio e non soffra più.

Ho deciso inoltre che farò solo le cose che mi aiutano a essere più serena e a dare un senso alla mia vita.

Il dolore e la solitudine sono sempre presenti, ma io ricordo mio marito per alcune cose che mi diceva e che per me, dopo la sua morte, sono diventate importanti:

-se ti impegni in qualcosa devi essere preparata.

-Ricordati che devi leggere e studiare perché c’è sempre qualcuno che può darti idee per migliorare

-Impara ad ascoltare le persone, non c’è bisogno che parli sempre.

-Devi sempre metterti un discussione perché ti aiuta a migliorare.

– Devi sempre essere leale, sincera, onesta, coerente tra quello che dici e che fai.

Continuo a seguire l’Associazione e a prendermi impegni anche il sabato e la domenica perché sono sempre libera e lascio mia figlia e l’educatrice libere di rimanere in famiglia.

La mia vita in questi 7 anni è molto cambiata e a volte mi chiedo se è questo che Dio vuole da me.

M.P. F.

 

Incontro di lunedì 29/01/2024 (Città dei Ragazzi)