INTERVISTA A G., RIMASTA VEDOVA 7 ANNI FA’

Articolo pubblicato su Nostro Tempo nel gennaio 2011

UFFICIO FAMIGLIA. CREDO LA VITA ETERNA.

 

Ho iniziato a frequentare il percorso Credo la Vita Eterna nel febbraio del 2004 dopo che è morto mio marito. Una mia amica ha detto: “Vieni con me”. E mi ha accompagnato.

Da quel momento sono sempre venuta, quindi sono 7 anni.

Mi sono trovata subito molto bene ed era proprio il luogo dove potevo un po’ sfogarmi, perché in casa mi trattenevo, non tanto perché non volessi farmi vedere, ma perché capivo che avevano bisogno di percepirmi in forza, di vedermi tranquilla e allora io riuscivo a farlo direi proprio grazie al fatto di venire lì, nelle messe, ma anche nei momenti in cui si andava dalla psicologa e dove trovavi tante persone che avevano i tuoi problemi e quindi ti sentivi più libera di essere te stessa. Anche quando non intervenivi, perché capivi che c’erano altre persone che ne avevano più bisogno, era sempre utile ascoltare gli altri e rendersi conto delle emozioni che tutti in modo diverso, proviamo.

Le messe e gli incontri di spiritualità sono stati particolarmente importanti, li dedicavo a mio marito, per pregare per lui.

Mentre gli incontri del Gruppo d’Ascolto con la dott.ssa Scarpelli, erano più utili a me. Entrambi i percorsi sono stati importanti, uno per un verso ed uno per l’altro.

In queste situazioni ci si trova un po’ … cambia la vita e ricominciare, perché è come ricominciare, non è facile, perché si deve ripartire senza più una persona che ha vissuto sempre con te, è stata per una vita con te. Bisogna trovare dei punti fermi, e allora chi ha fede ha già un grande appoggio, ma in quei momenti lì, anche per chi ha fede – io ne ho sempre avuto e voluto averla, anche se a volte si passano dei momenti di crisi e di critica, però ho sempre frequentato la chiesa fin da ragazza, che ero negli scout, però in questo momento particolare, ci vuole proprio un aiuto che ti faccia sentire … la fratellanza.

Credo che siano davvero sostegni importanti, e non solo lo credo io, ma l’ho visto in tutte le persone che nel corso di questi anni sono venute e che come me, durante i primi incontri erano affranti, poi –  non che il dolore sia passato – hanno affrontato meglio le cose, almeno visibilmente, da quello che ho potuto capire io.

G.