Giornata per la Vita 2009

Arcidiocesi di Modena -Nonantola   Ufficio Famiglia

GIORNATA PER LA VITA

ORE 18 S.MESSA IN CATTEDRALE

CEDELBRATA DALL’ARCIVESCOVO MONS.BENITO COCCHI

1 FEBBRAIO 2009

 

 

Pregare per la vita      

 

‘Ti dico grazie’

 

Pregare in casa non è facile. Ci sono fasi della vita familiare nelle quali il tempo sembra non esserci e al posto della ‘liturgia delle ore’ è possibile celebrare solo quella dei minuti… tra un piccolo che chiama, un anziano da accudire, un ammalato da curare e la necessaria risposta alle fondamentali esigenze quotidiane.

Ma pregare in casa si può sempre. E’ pregare la vita nella vita di tutti i giorni, rendendo grazie, domandando perdono, chiedendo con semplicità, con gli occhi aperti sul mondo, consapevoli che la vita è ridotta a cosa e diventa merce lontano dalle nostre case ma, se non stiamo attenti, anche da noi.

Pregare la vita è rendere grazie e aprirci alla meraviglia. E’ facile per un piccolo e un bambino che cresce, è difficile trovare spiragli di stupore nei figli adolescenti, o nel volto sofferente di un genitore. Anche lì sentiamo che la vita è un dono che non ha prezzo, che è fuori commercio e che chiede gratuità e, a sua volta, genera dono. Pregare la vita è dire grazie, insegnare a dirlo. Pregare la vita è chiedere perdono. In casa tante sono le occasioni per farlo. A volte drammatiche e dure. Spesso quotidiane al punto che non le riconosciamo e ci sfuggono come i troppi impegni da tenere a mente, per poi ritornare più pesanti, come i problemi non risolti.

C’è da chiedere perdono perché ‘l’altro’ (marito, moglie, figlio, genitore, anziano…) è ‘qualcosa’ di già conosciuto, non più in grado di stupire o di portare una novità. Sono piccoli gesti, abitudini che tradiscono questo atteggiamento. Piccole cose che, se accumulate, diventano un ostacolo invalicabile. Se non mi accorgo che dietro c’è l’altro, le sue domande, la sua fatica, la sua storia… lo rendo una cosa tra le mura di casa. Chiedere e offrire perdono, con il cuore e i modi del Signore, è, allora, un distillato di preghiera limpida, che ci rimette nella realtà vera: siamo persone, l’una per l’altra.

Dobbiamo anche alzare gli occhi e chiedere perdono per le forme e i modi in cui nel mondo la vita diventa merce. Aborto, commercio di organi, violazione dell’embrione, minacce di clonazione, restrizione della persona considerandola un voto e una fonte di reddito. Nomi e modalità diverse di uno stesso peccato: fare della vita una cosa di cui posso disporre a piacimento. Farne una merce. Invece la vita è vita. Se ne mercifico un’espressione, apro una falla che arriverà a coinvolgerla tutta. O la vita tutta è fuori commercio, o tutta ha un prezzo. Si può comperare.

Chiediamo, allora, perdono per la disattenzione, lo scarso coraggio, il disinteresse,. Come fa un bambino alla mamma e al papà. Chiedere un’attenzione rinnovata e uno sguardo profondo per lasciarci sorprendere, per stare accanto a ogni persona che vive. Per aprire la porta di casa e invocare e sporcarci le mane per leggi giuste a tutela della vita, perché non sia una cosa tra tante, ma la realtà, il dono, anche sofferto, che è base e possibilità di ogni altra cosa.

Pregare come? Insieme con il coraggio di una testimonianza. Se c’è un angolo per la preghiera in casa, mettiamoci la foto, nuova o vecchia, dell’ultimo nato della famiglia, perché ci ricordi che la vita non ha prezzo. Non si compra, si contempla. Ce lo ricorda il Signore. Preghiamo un Rosario della vita: con l’annunciazione e la nascita, ci sta la strage degli innocenti, la vita nascosta a Nazareth, Gesù che si china e guarisce… I misteri sarebbero tanti, facce di un unico Mistero. Quello della Vita.

Enrico Solmi

(Tratto dalla rivista ‘Noi genitori e figli)

 

                                                               Ho osservato

 

Ho osservato il piedino di un piccolo

nella sua bocca avida ancora di latte,

le mani di un vecchio ferme,

le sue labbra assumere l’acqua

da una mano fraterna.

 

Ti dico grazie per l’occhio

che il Tuo Spirito, Signore,

rende acuto e intravede

il mistero della vita

 dono dal dono

anche se tribolata, negata, sofferta.

 

Il coraggio ti chiedo per la mia vita.

Che sia il canto di tutti i giorni,

la promessa che non fallisce,

l’impegno che non viene meno

il dono che non si ritrae,

come fu il Sì di Tua Madre

e le tue braccia  stese per tutti.

(+ Enrico Solmi)

 

 


 

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