LA SPERANZA PER CHI È NEL DOLORE

Articolo pubblicato su Nostro Tempo nel marzo 2006

UFFICIO FAMIGLIA. CREDO LA VITA ETERNA

 

Da più parti e in modi diversi, sorgono occasioni di sostegno, d’ascolto della sofferenza, con una particolare attenzione alla famiglia, così in difficoltà in questo nostro tempo.

La Chiesa come una mamma, si accorge delle sofferenze dei suoi figli e non vuole lasciarli soli nel dolore, ma accoglierli, stringersi a loro, con gli occhi fissi su Colui che tutto può.

Ecco perché, organizzato dagli Uffici Nazionali per le Pastorali della famiglia e della salute, e dal Coordinamento dei movimenti vedovili, si è svolto a Chianciano dal 27 al 29 gennaio scorso, un convegno dal titolo: “LA FAMIGLIA NELL’ESPERIENZA DEL DOLORE. Resta con noi Signore perché si fa sera.”

Nei due giorni a cui abbiamo potuto partecipare, anche perché invitati a portare la nostra testimonianza, abbiamo ascoltato relazioni molto interessanti, come quella dei coniugi Zattoni-Gillini, esperti di counseling pedagogico, o quella del prof. Pati, Ordinario di Pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, al termine delle quali sono fioriti racconti di vita e tante domande. Storie, come quelle presentate nelle testimonianze, diverse tra loro ma con grandi travagli e profonde sofferenze in comune: la sofferenza per la perdita del coniuge, di un figlio, o per la malattia che visita la famiglia e vi permane.

Eppure, traspariva l’intima esperienza della Pasqua, passaggio dalla morte alla vita, e la presenza vittoriosa di Gesù su ogni tipo di morte; e tutte trasmettevano una grande speranza.

Toccante la testimonianza di Rosa, di Palermo: suo figlio era nato sano ma, colpito da una grave malattia all’età di 3 anni, è rimasto gravemente handicappato. Rosa aveva dovuto scacciare la tentazione di sentirsi punita o addirittura vittima del malocchio: i suoi continui riferimenti alla parola di Dio, rivelavano il progressivo cammino di fiducia e d’amicizia con il Signore. Ora è responsabile nella sua Diocesi, di un Ufficio voluto dal Vescovo, per favorire la catechesi e la spiritualità dei portatori di handicap: corsi ai sacerdoti di linguaggio per sordomuti, per permettere a questi ultimi di potersi confessare senza dovere scrivere i peccati, ecc.

L’intensa partecipazione e condivisione, rimasta alta per tutto il Convegno, ha raggiunto il suo culmine durante l’Eucaristia celebrata da Mons. Menichelli, Vescovo di Ancona: nella sua omelia, nella quale ha accennato alla dolorosa perdita di entrambi i genitori all’età di 10 anni, ha affermato che chi soffre è icona di Gesù Cristo, quasi un tabernacolo, davanti al quale la cosa migliore non è parlare o fare prediche, ma tacere ed adorare. Questo monito al silenzio rispettoso e condividente davanti al dolore, era già risuonato nell’intervento degli Zattoni – Gillini.

Al concludersi del Convegno un altro bellissimo momento ci è stato regalato, tra gli altri, da don Sergio Nicolli, responsabile nazionale della pastorale della famiglia, e da Cosetta: rimasta vedova giovanissima con tre figlie piccole, ci aveva già commosso durante la sua testimonianza, facendoci dono di un po’ della sua vita. Il convegno si è chiuso proprio con la lettura di un bellissimo raccontino scritto da lei, che aiuta i più piccoli ad entrare nel mistero della morte di una persona cara, nello specifico del papà e che ha fatto vibrare le corde del nostro cuore. Vale la pena di segnarselo! E’, di Cosetta Zanotti, Il mare del cielo, Ed. S. Paolo.

Intanto a Modena continua il percorso dell’iniziativa, facente parte dell’Ufficio Famiglia, “Credo la Vita Eterna”, rivolto a chiunque stia vivendo un lutto. Nel prossimo incontro del 21 marzo, sempre al Centro Famiglia di Nazareth, alle ore 18 don. Claudio Arletti proporrà una riflessione biblica sul tema della speranza. Seguirà alle 19 l’Eucaristia per i nostri cari tornati alla Casa del Padre e alle 20 una cena insieme condividendo ciò che ognuno avrà portato.

Che dire, ancora? Qualcosa si muove, anche se tanto c’è ancora da fare!

C’è davvero bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo, perché la speranza circoli, si amplifichi e si diffonda, come bene prezioso, condiviso e moltiplicato.

Giovanni e Maria Pia Rompianesi.