I. Cos’è un gruppo familiare


l. COS’ E’ UN GRUPPO FAMILIARE.


Vogliamo fare qualcosa per le famiglie… ” “per questi ragazzi più giovani di noi .. si sono sposati da un po, ma non c’è niente per loro “. Così le richieste di una gentile signora quarantenne, mi portano in una parrocchia lontano da Modena, poi gli incontri di routine della parrocchia, troppe cose: non se ne fa niente


“Nozze d’argento di un gruppo”, recita un titolo il quadretto è bello: signori brizzolati, qualche nonna, diversi nipoti


” Parlano solo la parrocchia per loro resta lontana, hanno solo molte pretese i bambini in chiesa, i giovani a fare i baby sitter vorrei che fossero più dentro alla parrocchia”


” Gruppi sposi ? E chi non è sposato? Per lui niente…?”


“E’ un gruppo forte, siamo in 31 coppie…”


“C’è un buon gruppo a questo corso di fidanzati, sarebbe bello che continuasse, in qualche modo… “.


“Noi non abbiamo bisogno di fare un gruppo sposi: c’è già quello biblico e la catechesi agli adulti nelle case… “


Sono osservazioni o sfoghi, tratti dalla realtà , abbastanza rappresentativi di idee che circolano … forse tutti, per un verso o un altro, hanno bisogno di rispondere a questa domanda: cos’è un gruppo familiare7


Dal Direttorio di pastorale familiare prendiamo l’identikit del gruppo familiare, anche qui non dobbiamo inventarcelo, ma ricorrere all’esperienza pluriennale di tanti gruppi e alle autorevoli parole della chiesa.


L’identità dei gruppi familiari


I gruppi familiari nel capitolo quinto del Direttorio sono al primo posto delle iniziative particolari per la crescita della coppia e della famiglia. Il testo afferma che sono da promuovere, riconoscere e valorizzare con saggezza pastorale e in docile obbedienza a Cristo Signore in quanto sono


” luogo di crescita nella fede e nella spiritualità propria dello stato coniugale;


momento di apertura alla vita parrocchiale e comunitaria,


stimolo al servizio pastorale nella chiesa e all’impegno nella società civile “


La definizione del Direttorio di pastorale familiare ( 126) ci riporta ancora all ‘impegno pastorale assunto dalla chiesa italiana verso la famiglia, contenuto nelle deliberazioni conclusive della XII Assemblea Generale a seguito dell’approvazione del documento Evangelizzazione e Sacramento del Matrimonio, la Magna Carta, della pastorale familiare in Italia. Essa si specifica nei numeri successivi del DPF:



  1. Affondano le loro radici in motivazioni di natura tipicamente ecclesiale e profondamente cristologica sono a loro modo segno e realizzazione della chiesa, frutto di una risposta delle coppie e della famiglie cristiane ad una chiamata del Signore, introducono nella comunità ecclesiale uno stile più umano e più fraterno di rapporti personali che rivelano la dimensione familiare della chiesa ” ( DPF 127). Non sono motivati soltanto da ragioni, pur giustificate, di carattere sociale e psicologico.
  2. La finalità ultima è la continua e progressiva presa di coscienza del dono e dei compiti propri del matrimonio cristiano e la promozione per le coppie e per le famiglie della loro specifica vita secondo lo Spirito. Motivo del loro essere nella chiesa è il medesimo della pastorale familiare: ” La crescita della coppia e della famiglia , aiutate a vivere la loro specifica vocazione e missione , perchè giungano a condurre una vita ogni giorno più santa e più intensa”. ( DPF 93) Possono rappresentare una ” concreta e specifica modalità di catechesi degli adulti” ( DPF 128).
  3. Sono aperti a tutte le famiglie che vogliono farne parte . Debbono evitare la chiusura, al contrario promuovere concrete modalità di inserimento e di servizio nella comunità ecclesiale e civile.
  4. Necessitano di una basilare struttura che assicuri la conduzione del gruppo, coppie animatrici preparate e in contatto costante con i presbiteri (DPF 128), di una metodologia adeguata fatta di ” scambio di esperienze sulla vita cristiana nei suoi diversi aspetti, con un continuo sforzo di formazione a carattere teologico, spirituale e pedagogico. ( DPF 128) Tutta la loro opera deve essere pervasa da un forte clima di preghiera e di ascolto della Parola di Dio.

 


UN IMPEGNO A FAVORE DEI GRUPPI FAMILIARI


Orientamenti pastorali, supporto e coordinamento per i gruppi familiari sono un impegno della chiesa locale e si realizza attraverso un suo organismo: l’Ufficio Famiglia il quale può intervenire anche attraverso una commissione apposita e permanente .


Tracciamo i punti essenziali di questo servizio:


2. Un ‘ azione articolata a favore dei gruppi di giovani coppie.


 


L’ Ufficio Famiglia per questi gruppi propone un complesso di azioni che lungi dal soffocare la creatività dei singoli gruppi, ne favorisca la nascita e lo sviluppo secondo i criteri raccolti nel Direttorio di Pastorale Familiare. In sintesi:


 



  • Le indicazioni di criteri di fondo per la strutturazione del gruppo, l’elaborazione del progetto nei contenuti, nel metodo e nel calendario, che dovrà considerare gli appuntamenti diocesani, vicariali e parrocchiali. Le finalità precedentemente espresse, non si raggiungono se non attraverso un lavoro umile e coerente concordato dall’intero gruppo e sostenuto dalla coppia animatrice.
  • La formazione per gli “animatori ” ( sacerdote, religiosa, religioso e sposi) dei gruppi familiari. La tipologia di ogni diocesi detterà modi e forme di questo impegno, con l’attenzione a rendere gli operatori capaci di “auto – formazione “, cioè di assumere, oltre che negli indispensabili corsi di studio, anche dagli eventi della vita personale e familiare, della chiesa e della società occasioni di crescita e di formazione.
  • La comunicazione tra l’ Ufficio Famiglia e i gruppi familiari e dei gruppi tra di loro. L’Ufficio Famiglia oltre a qualificarsi per un luogo e per orari idonei ad entrare in dialogo deve arricchirsi del volto sorridente e disponibile di persone che trasmettano anche con questo servizio lo stile accogliente della famiglia. Una telefonata, un biglietto di auguro, la partecipazione alla gioia o ad un lutto o un semplice foglio di collegamento possono , a seconda delle situazioni, favorire la conoscenza di persone promuovendo un’efficace azione pastorale sulla base di bisogni, situazioni e problemi reali. Gli orientamenti pastorali e le proposte dell’ Ufficio possono più facilmente diventare patrimonio di tutti.

 


Note conclusive


Non è nostra intenzione arrivare a delle conclusioni, che del resto sarebbero premature all’inizio di un convegno come il nostro. Vogliamo indicare piuttosto alcuni tra i nodi emersi nel lavoro preparatorio. Auspichiamo che possano trovare soluzioni dai lavori di gruppo.



  • La nascita dei gruppi stessi: come suscitare l’interesse e quasi il bisogno di crescere insieme dando vita o accettando di partecipare a un gruppo familiare.
  • Come comporre, nel vivo di una comunità cristiana, i gruppi familiari e la più ampia opera di catechesi per adulti. Come trovare forme non alternative, ma capaci di integrare la catechesi promossa nei gruppi familiari per gli sposi con altre forme di catechesi per tutti gli adulti.
  • Come rendere l’opera dei gruppi familiari nati più dall’intuizione di qualche coppia sacerdote, che dalla maturazione di una comunità, un servizio offerto a tutti. In che modo aiutare una parrocchia e una chiesa locale a maturare una sensibilità di pastorale familiare a partire da queste intuizioni e “profezie” salvaguardando la loro freschezza e creatività ? Quale relazione con l’Ufficio Famiglia della diocesi?
  • Come promuovere il vicendevole incontro e arricchimento tra gruppi familiari parrocchiali e quelli nati in movimenti e associazioni?

Segnalando questi nodi che si uniscono agli altri che saranno oggetto del lavoro dei gruppi di studio e che sorgeranno dalle tracce da noi presentate, facciamo rilevare come lo strumento dei gruppi familiari si riveli quasi un crocevia di tante questioni pastorali. Si incontrano infatti la concezione e la cura pastorale del matrimonio e della famiglia, una certa identità di chiesa e il suo rapporto con soggetti adulti quali sono gli sposi, solo per segnalarne alcuni.


Avvertendo questo fecondo intreccio auspichiamo che il nostro convegno possa a partire dal suo limitato oggetto di studio, beneficare l’intera pastorale familiare contribuendo ad attuare la scelta prioritaria per la famiglia che la chiesa italiana ha ribadito nel convegno di Palermo.